Segnalamento
Saltatore castrone di 14 anni
Anamnesi
Il cavallo fu riferito alla clinica con una diagnosi di sinusite caratterizzata da scolo nasale sieroso monolaterale dalla narice sinistra.
Il proprietario riferiva che il cavallo era stato operato alcuni anni prima con trapanazione del seno mascellare caudale destro per trattare una sinusite e che la stessa tecnica era stata usata alcuni mesi prima del ricovero per una sinusite del seno mascellare caudale sinistro. Il proprietario aveva specificato che il primo intervento aveva risolto il problema sul lato destro a differenza dell’intervento sul lato sinistro in cui lo scolo nasale era riapparso con tendenza ad aumentare.
Esame clinico
Il cavallo si presentava con uno scolo nasale mucoso non maleodorante dalla narice sinistra. Non era presente deformazione facciale e la cavità orale appariva normale.
Con l’endoscopia fu rilevata la presenza di scolo nelle cavità nasali, mentre non furono notate anomalie in laringe, faringe, tasche gutturali e trachea.
L’esame radiografico (una proiezione laterale e due oblique con inclinazione prossimo-distale) escluse la presenza di livelli orizzontali di fluido, ma vi era una diffusa opacità nell’area dei seni mascellari (Fig. 1). Le radici dentali erano normali. Fu fatta diagnosi di sinusite cronica del seno mascellare caudale sinistro.
Fig.1
Trattamento
Il cavallo fu trattato chirurgicamente con accesso al seno tramite un flap. Dopo curettage, il seno mascellare caudale fu abbondantemente lavato e fu lasciato in situ un catetere di Foley per 10 giorni per il flushing giornaliero.
Il cavallo fu dimesso dopo 26 giorni in buone condizioni fisiche e assenza di scolo nasale.
Tre mesi dopo il primo intervento, il cavallo fu nuovamente ricoverato a causa di recidiva dei sintomi. Lo scolo nasale era ora mucopurulento e maleodorante. Alla palpazione fu rilevata linfoadenomegalia del linfonodo sottomandibolare sinistro. Il cavallo fu trattato con approccio chirurgico simile al precedente intervento. Venne prelevato un campione del materiale all’interno del seno per esame colturale e antibiogramma. I risultati evidenziarono la crescita di Sptreptococco equi zooepidemicus sensibile all’ampicillina. Il cavallo fu trattato quindi con lavaggio quotidiano del seno associato ad un trattamento sistemico con ampicillina sodica per 10 giorni e fu dimesso dopo 20 giorni con assenza di scolo nasale.
Due mesi e mezzo dopo il secondo intervento, il cavallo fu nuovamente ricoverato. Era visibile una deformazione delle ossa nasali e frontali associata a esoftalmo sinistro, congiuntivite e abbondante scolo mucopurulento dalla narice sinistra (Fig. 2, 3).
Fig.2 Fig.3
Era ancora presente linfoadenomegalia del linfonodo sottomandibolare sinistro. Nella precedente area chirurgica era presente tessuto di granulazione esuberante. Vi erano anche numerosi piccoli ascessi tra l’occhio sinistro e la ferita chirurgica. Il cavallo mostrava ancora buono stato fisico e appetito normale.
L’esame radiografico mostrava un aumento della radioopacità del seno mascellare con deformazione e gonfiore delle ossa nasali e frontali (Fig. 4, 5).
Fig.4
Fig.5
Dopo sedazione, venne prelevato del materiale dal seno mascellare caudale sinistro attraverso la sua apertura usando una pinza di Ferris Smith. Fu anche eseguito un ago aspirato sul linfonodo.
La diagnosi di laboratorio fu di carcinoma squamocellulare.
In accordo col proprietario, il cavallo fu sottoposto a eutanasia.
Commento
Il carcinoma squamocellulare dei seni paranasali è raro, ma rappresenta il tumore più comune di questa regione. E’ tipico del cavallo anziano.
Nelle fasi iniziali, i segni clinici sono aspecifici e comprendono scolo nasale e epifora. Lo scolo nasale è secondario ad alterazioni nella clearance mucociliare causate dalla massa tumorale. L’ostruzione del drenaggio del seno è seguito da infezione con scolo mucopurulento che raramente diviene emorragico. Un altro segno non specifico è la linfoadenopatia sottomandibolare quale risultato di infezione o metastasi. Gli stessi segni possono conseguire a processi infiammatori o infettivi primari o secondari a patologie dentarie. Negli stadi più avanzati, quando è presente deformazione nasale e frontale, la cisti dei seni paranasali rappresenta una diagnosi differenziale.
Endoscopia, radiologia e tecniche più avanzate quali TAC o risonanza magnetica sono strumenti diagnostici utili, ma la diagnosi definitiva è basata sull’esame istologico.
Per la natura maligna e aggressiva del tumore, la prognosi è sfavorevole.
Chemioterapia o radioterapia sono impiegate nel trattamento dei tumori nasali del cane e del gatto, ma nel cavallo i costi divengono proibitivi.