Segnalamento
Castrone spagnolo di 9 anni
Anamnesi
Il cavallo aveva mostrato segni di dolore addominale in tarda serata dopo un’esibizione e fu subito riferito in clinica dal veterinario di servizio.
Esame clinico
Il cavallo era in buona condizione fisica ma appariva depresso. I segni di dolore erano modesti, con un alternarsi di raspare e tendenza ad assumere decubito sternale. La temperatura corporea era di 38.1°, la frequenza cardiaca di 52 bpm, quella respiratoria di 14 bpm, le mucose apparivano rosee con normale tempo di rivascolarizzazione capillare. Non era presente peristalsi addominale. Il valore ematocrito era di 52%, le proteine plasmatiche totali 9 g/dl, I leucociti 2000/mm3. Il pH ematico risultava 7.3 con valore di eccesso base di 0.9mmol/l.
Col sondaggio naso-gastrico furono rimossi 12 litri di reflusso con pH 7. All’esplorazione rettale, il colon ascendente appariva pieno di gas ma non troppo disteso, con un tratto caratterizzato da una costipazione, probabilmente secondaria. La presenza di anse distese del piccolo intestino fu esclusa sia con la palpazione rettale che con l’esame ecografico trans addominale.
In base al dolore non eccessivo ma continuo e all’alterazione dei parametri ematici, si decise per la laparotomia esplorativa.
Trattamento chirurgico
Dopo la preparazione chirurgica, si eseguì una celiotomia. Il colon ascendente appariva costipato, con la parete ispessita. Per facilitare le manipolazioni, fu eseguita un’enterotomia a livello della flessura pelvica. In qualche tratto fu necessaria una manipolazione più energica in quanto il materiale contenuto nel colon era di consistenza molto dura. Dopo lo svuotamento, il colon fu suturato e riposizionato, quindi si procedette a un rapido esame dell’intestino tenue, al lavaggio abbondante della cavità addominale e infine alla sutura in tre strati della parete addominale.
In sede chirurgica, il cavallo era stato trattato con siero antitetanico e antibiotici (gentamicina e penicillina procainica), questi ultimi protratti per 5 giorni.
All’esame del materiale fecale rimosso in sede chirurgica, fu identificato un enterolita del diametro massimo di circa 12 cm.
Periodo postoperatorio
Il cavallo non manifestò dolore dopo l’intervento e ci fu un generale miglioramento dei parametri ematici, con l’eccezione della leucopenia che fu trattata con prednisolone a dosi decrescenti.
Il giorno dopo l’intervento, al cavallo fu data acqua e fu alimentato con piccole quantità di fieno. Due giorni dopo l’intervento, il cavallo ricominciò a mostrare dolore, associato a mancata emissione di feci. Per via rettale era palpabile nuovamente una costipazione del colon ascendente, che fu trattata con olio minerale somministrato tramite sonda naso gastrica. I parametri ematici erano normali, ma il cavallo era depresso e tendeva ad assumere decubito sternale.
Fu sospesa la somministrazione di olio minerale, perché con la sonda furono rimossi 8 litri di reflusso. La peristalsi restava assente nonostante il trattamento con neostigmina e, visto il crescente dolore associato alla completa assenza di feci, si decise di eseguire una relaparotomia.
Trattamento chirurgico
La situazione intra-addominale era molto simile a quella del primo intervento. Nello svuotamento del colon ascendente, fu identificato un secondo enterolita (Fig.1) posizionato nel colon trasverso e che venne ritenuto causa di ostruzione del flusso fecale al colon.
Fig.1
Follow up
Dopo il secondo intervento, il cavallo tornò alla normalità, con assenza di dolore e normale emissione di feci. Venne dimesso in buone condizioni fisiche dopo 25 giorni di degenza.
Cinque mesi dopo la dimissione, il cavallo fu nuovamente ricoverato per il trattamento di un’ernia incisionale in corrispondenza dell’incisione addominale.
Dopo quest’ultimo intervento fu in grado di tornare alla normale attività atletica.
Commento
Gli enteroliti del grosso intestino rappresentano un reperto non inusuale. Sono provocati dal deposito di sali di fosfato di ammonio o magnesio attorno a piccoli corpi estranei. Possono restare asintomatici per lunghi periodi e divenire clinicamente significativi se ostruiscono il passaggio delle feci, soprattutto a livello del colon trasverso.