Volvolo del colon: trattamento e complicazioni

Segnalamento

Castrone di 19 anni usato per salto a ostacoli

Anamnesi

Il cavallo fu trovato in paddock al mattino con segni di colica che non rispondevano al trattamento antidolorifico. Con l’esplorazione rettale il veterinario referente diagnosticò una dislocazione del colon e il cavallo fu riferito in clinica.

Esame clinico

Al ricovero, il cavallo mostrava distensione dell’addome e dolore, raspando e tendendo a mettersi in decubito laterale. La frequenza cardiaca e quella respiratoria erano rispettivamente di 92 battiti al minuto e 18 atti al minuto, la peristalsi intestinale era assente. Gli esami del sangue rivelarono un valore ematocrito di 55%, proteine plasmatiche totali 7.6 g/dl, globuli bianchi 23.400/mm3, lattato ematico 7.6 mmol/l e pH ematico 7.3.

Per via rettale fu rinvenuta una distensione gassosa del colon ascendente e tramite sonda rinoesofagea furono rimossi 5 litri di reflusso. Non si ebbero informazioni più specifiche con l’esame ecografico transaddominale.

Dato il dolore persistente e non rispondente al trattamento medico e gli altri reperti clinici, si decise di sottoporre il cavallo a laparotomia esplorativa.

Trattamento chirurgico

Il cavallo fu premedicato con xilazina (0.8 mg/kg) e l’anestesia generale fu indotta con etere guaiacolglicerico al 4% e chetamina (1.8 mg/kg) e mantenuta con isofluorano vaporizzato da ossigeno e protossido d’azoto. Prima dell’induzione era stata inserita una sonda rinoesofagea.

All’apertura della cavità addominale, apparve subito il cieco disteso di gas e sporgente dall’incisione. Dopo svuotamento del cieco, fu esteriorizzato il colon ascendente che mostrava un volvolo di 270°. Il volvolo fu ridotto e il colon riposizionato.

Dopo abbondante lavaggio della cavità peritoneale con soluzione di Ringer lattato, la parete addominale fu suturata in tre strati. Durante l’intervento, dalla sonda naso gastrica fuoriuscì abbondante reflusso.

Periodo postoperatorio e complicazioni

Dopo il risveglio dall’anestesia, il cavallo non mostrò più segni di dolore addominale. Il giorno seguente, non erano presenti segni di dolore, i parametri ematici erano normali ma il cavallo appariva depresso, riluttante a muoversi, con frequenza cardiaca elevata (70 battiti al minuto), una diminuita escursione toracica nell’inspirazione pur essendo assenti segni di dispnea. A 36 ore dall’intervento, il quadro clinico era simile, ma con un significativo calo dei globuli bianchi (4.000/mm3), aumento della temperatura (40.7°C) e presenza di scolo nasale. Fu eseguita un’ecografia trans addominale e toracica. Il contenuto della cavità addominale appariva normale, mentre su entrambi i lati del torace fu identificato ula presenza di liquido nella cavità pleurica associata a atelettasia dei lobi polmonaripiù ventrali. La diagnosi fu di pleuropolmonite.

Fig. 1, 2, 3, 4, lato destro

APOLLO_4 APOLLO_6 APOLLO_7 APOLLO_5

Fig. 5, 6, 7, lato sinistro

apollo_sx3        apollo_sx2       apollo_sx1

Per il trattamento si impiegarono antibiotici (ceftiofur 4.4 mg/kg, metronidazolo 25 mg/kg per os) e flunixin meglumine a basso dosaggio (1.1 mg/kg). Al cavallo fu praticata una toracocentesi bilateraleda cui furono rispettivamente drenati 5.5 litri di liquido dal lato destro  (Fig. 1, 2, 3, 4) e 3.7 litri dal lato sinistro (Fig. 5, 6, 7). Il procedimento fu ripetuto una volta al giorno nei quattro giorni seguenti. Nei giorni successivi, si registrò un notevole calo del liquido pleurico con miglioramento del quadro clinico, per questa ragione la toracocentesi non fu ripetuta. Il trattamento antibiotico rimase invariato per 12 giorni e quindi sostituito con l’associazione trimetoprim-sulfametazina per os. La flunixin meglumine fu sospesa dopo sette giorni, quando la temperatura corporea e gli altri parametri tornarono nella norma.

Dopo che un ultimo controllo ecografico confermò che nella porzione più ventrale della cavità pleurica era rimasta solo una minima quantità di liquido, il cavallo fu dimesso, 20 giorni dopo il trattamento chirurgico. Lo stato di nutrizione era scadente, la perdita di peso evidente, ma il cavallo appariva vigile e con buon appetito. Fu suggerito di continuare la terapia con trimetoprim-sulfametazina per altri 7 giorni e di alimentare il cavallo con fieno e mangime supplementare.

Follow up

A due mesi dalla dimissione, il proprietario riferì che il cavallo era stato messo in un piccolo paddock e che lo stato di nutrizione era migliorato. Non erano apparsi problemi respiratori e la ferita chirurgica era guarita normalmente.

Commenti

Nel cavallo, la pleurite è relativamente rara e di solito conseguente a polmonite batterica con secondario coinvolgimento della pleura viscerale e parietale e trasudazione di fluido inizialmente asettico e in seguito contaminato (pleuropolmonite). E’ generalmente associata a stress in seguito a lunghi trasporti o grandi sforzi, specialmente in ambienti scarsamente ventilati e in condizioni di temperatura e umidità elevate, oppure insorge in seguito a colonizzazione batterica che segue una precedente malattia virale. Quando il trattamento inizia immediatamente, la prognosi è buona.

Nel caso presente, il cavallo è stato trovato in colica in una calda giornata estiva e riferito nel pomeriggio, probabilmente viaggiando in condizioni di stress dovute alla colica e all’elevata temperatura e umidità ambientale. Fu quindi sottoposto ad un intervento chirurgico. Noi supponiamo che la concomitanza di questi eventi e condizioni possa aver predisposto il cavallo al successivo insorgere della pleurite. La tempestività di diagnosi e terapia si è rivelata cruciale per la risoluzione di questa grave complicazione, seguita al trattamento peraltro riuscito della dislocazione del colon.

Volvolo del colon: trattamento e complicazioni -- edit: 2019-08-26T13:55:26+00:00