Segnalamento
Femmina Standardbred di 5 anni in allenamento
Anamnesi
La cavalla era in allenamento e cominciò a mostrare segni di colica la notte prima di essere riferita. Venne trattata inizialmente con flunixin meglumine e olio di vaselina per sonda. In assenza di miglioramento, il mattino dopo fu riferita in clinica.
Esame clinico
All’arrivo, la cavalla era sudata con segni di dolore addominale. La frequenza cardiaca era di 58 b/min. quella respiratoria di 18 a/min e la motilità intestinale diminuita. Il valore ematocrito era di 38%, le proteine plasmatiche totali 7.4 g/dl, i leucociti 6400/mm3. Col sondaggio gastrico vennero rimossi 4 litri di reflusso con pH 6. All’esplorazione rettale fu diagnosticata una costipazione del colon discendente che occupava l’intera cavità pelvica. Si decise di mantenere in osservazione la cavalla e di controllare il dolore con Metamizolo sodico (10 g) ma, in seguito, poichè dolore e valori ematici peggioravano, si decise di sottoporla a laparotomia esplorativa.
Trattamento chirurgico
La cavalla fu premeditata con xilazina (0,8 mg/kg) e l’anestesia generale venne indotta con etere guaiacolglicerico (soluzione al 4%) e ketamina (1,8 mg/kg) e mantenuta con isofluorano vaporizzato da ossigeno e protossido di azoto.
Alla laparotomia, fu confermata la diagnosi di costipazione del colon ascendente, che venne risolta con massaggio in senso prossimo-distale. Il risveglio avvenne senza problemi e la cavalla recuperò subito una condizione normale per quanto riguardava i parametri clinici e l’assenza di dolore. La cavalla fu dimessa dopo 8 giorni.
Una settimana più tardi, la cavalla divenne inappetente, con tendenza a stare in decubito e mostrando segni di moderato dolore addominale, per cui fu nuovamente riferita in clinica. All’esplorazione rettale i segni erano ancora di costipazione del colon ascendente, ma i parametri ematici erano normali. Si eseguì quindi un trattamento con olio di vaselina per sonda naso gastrica per tre giorni, ma senza risultato: il dolore aumentava e non vi era produzione di feci. Il quarto giorno la cavalla fu dunque sottoposta a re-laparotomia. Il colon discendente era costipato, ma la causa fu identificata in una pesante massa il cui peduncolo strangolava il colon. Una volta esteriorizzata, la massa fu identificata nell’ovaia destra di volume e peso aumentati (Fig. 1, 2, 3). Fu dunque eseguita un’ovariectomia destra. Il risveglio fu normale e la cavalla recuperò subito uno stato normale con assenza di dolore, normali parametri ematici e funzione intestinale. Le feci, inizialmente molto soffici per la presenza di olio, divennero poi normali.
Fig.1 Fig.2
Fig.3
La cavalla fu sottoposta a copertura antibiotica (Penicillina procaina 22000 UI/kg e gentamicina 6,6 mg/kg) per 10 giorni. L’immediato periodo postoperatorio trascorse normalmente, con un solo episodio di lieve rialzo termico (39,4°C). La cavalla fu dimessa dopo 20 giorni dal ricovero.
Follow up
All’esame macroscopico, l’ovaia sezionata appariva come un tipico caso di tumore a cellule della granulosa, nonostante il proprietario non avesse riportato alcuna anomalia nel comportamento e nel ciclo della cavalla. A distanza di quattro mesi dalla seconda laparotomia e ovariectomia, non furono riportati episodi di colica. A due mesi dall’intervento, divenne evidente una significativa ernia incisionale, ma il proprietario declinò ogni ulteriore trattamento.
Commenti
Questo era un raro caso di complicazioni conseguenti alla presenza di un’ovaia affetta da un tumore a cellule della granulosa. Non erano stati riportati dal proprietario segni di dolore addominale o anomalie nel comportamento della cavalla. E’ possibile che la perdita dei normali supporti legamentosi a causa dell’aumentato peso dell’ovaia sia stata la causa della sua dislocazione. La presenza di un’ovaia di dimensioni così aumentate non fu diagnosticata in entrambe le esplorazioni rettali, orientate alla ricerca di anomali e carico dell’intestino. E’ da considerarsi indispensabile una completa e sistematica valutazione di ogni organo accessibile per via rettale allo scopo di escludere anomalie anche rare a carico delle strutture contenute nella cavità addominale.